20 Marzo 2011

Ancora una volta gli Stati Uniti e i suoi principali alleati (Francia, G.Bretagna, Italia, Canada) osano utilizzare il pretesto della guerra “umanitaria” per giustificare la loro volontà di appropriarsi delle ricchezze naturali altrui. Non abbiamo dubbi sulla natura reazionaria e oligarchica del regime libico, come su quelli della quasi totalità dei paesi del Maghreb e del Mashrek (Medio Oriente), scossi da potenti e coraggiosi movimenti popolari che dalla Tunisia all’Egitto, dal Bahrein allo Yemen reclamano democrazia politica e diritti sociali e civili per tutti/e: e siamo al fianco di questi movimenti anche laddove, come in Libia, essi si intrecciano con antiche rivendicazioni a carattere etnico o territoriale.

Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con l’aggressione che cinque paesi occidentali hanno scatenato, con la copertura dell’ONU, contro un paese sovrano, seppur guidato da un regime intollerabile e di cui gran parte del popolo libico richiede la più rapida fine, in modo pacifico o con l’uso della forza.

Le stesse potenze che fino a ieri hanno armato Gheddafi, stipulando con il suo governo accordi commerciali ed economici e usandolo come cane da guardia contro i migranti, oggi bombardano la Libia per garantirsi la gestione economica del petrolio libico e un qualche controllo di una zona rivoluzionata dai movimenti popolari. Durante le settimane di violenta repressione in Egitto e in Tunisia, le stesse potenze che oggi scoprono la necessità di difendere i diritti umani in Libia non hanno mosso un dito per fermare i carnefici agli ordini di Mubarak e di Ben Ali: e in questi stessi giorni la violentissima repressione contro i popoli del Bahrein e dello Yemen, peraltro condotta dal repellente regime saudita che nel contempo finge di schierarsi a favore della democrazia in Libia, è stata totalmente ignorata dai governi che ora hanno attaccato militarmente la Libia.

Il governo Berlusconi, con ignobile sostegno bipartisan (ancora una volta il PD è all’avanguardia delle aggressioni militari, dopo quelle alla Jugoslavia, all’Afghanistan e all’Iraq) e con l’ennesima violazione dell’art.11 della Costituzione, che impegna l’Italia a “ripudiare la guerra”, ha messo a disposizione 7 basi militari per bombardare la Libia, dopo che per anni il nostro Paese ha stipulato un patto solenne con Gheddafi, affidandogli il “contenimento” violento dei migranti e mettendogli a disposizione azioni e capitali delle principali aziende italiane.

Particolarmente nauseante questa aggressione, poiché avviene nei confronti di un paese che dall’Italia, proprio cento anni fa, ha subito una invasione e una annessione militare condita di orrendi crimini di guerra. E pur essendo a fianco della lotta popolare contro il regime oligarchico e reazionario di Gheddafi (come a quelle di tutti gli altri popoli del Maghreb e Mashrek in lotta), pur comprendendo il desiderio degli insorti che chiunque e a qualsiasi costo fermi la violenza del regime, crediamo che anch’essi possano capire che non è con una nuova occupazione militare del neo-colonialismo europeo e statunitense che la loro lotta potrà vincere.

 

FERMIAMO SUBITO L’AGGRESSIONE MILITARE

IMPEDIAMO L’INTERVENTO BELLICO ITALIANO IN LIBIA

A FIANCO DEI POPOLI DEL MAGHREB E DEL MASHREK CONTRO I REGIMI REAZIONARI E OLIGARCHICI, PER UNA PIENA DEMOCRAZIA POLITICA E SOCIALE


Ancora una volta gli Stati Uniti e i loro principali alleati – con in primissima fila Francia e G.Bretagna, seguite a ruota da Italia e Canada – osano utilizzare il pretesto della guerra “umanitaria” per giustificare la volontà di appropriarsi delle ricchezze naturali altrui. Non abbiamo dubbi sulla natura reazionaria e dispotica del regime libico, come su quella della quasi totalità dei paesi del Maghreb e del Mashrek (Medio Oriente), scossi da potenti e coraggiosi movimenti popolari che dalla Tunisia all’Egitto, dal Bahrein allo Yemen reclamano democrazia politica e diritti sociali e civili per tutti/e, anche laddove questi movimenti, come in Libia, si intrecciano con antiche rivendicazioni a carattere etnico o territoriale.

Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con l’aggressione che cinque paesi occidentali hanno scatenato, con la copertura dell’ONU, contro un paese sovrano, seppur guidato da un regime intollerabile. Le stesse potenze che fino a ieri hanno armato Gheddafi, stipulando con il suo governo accordi commerciali ed economici e usandolo come cane da guardia contro i migranti, oggi bombardano la Libia per garantirsi la gestione economica del petrolio e il controllo di una zona rivoluzionata dai movimenti popolari. Durante la violenta repressione in Egitto e in Tunisia, esse, che ora scoprono la difesa dei diritti umani in Libia, non hanno mosso un dito per fermare i carnefici agli ordini di Mubarak e di Ben Ali: e in questi stessi giorni la tremenda aggressione contro i movimenti di rivolta del Bahrein e dello Yemen, condotta dal repellente regime dell’Arabia Saudita (il più oscurantista e dittatoriale, ma il più intoccato perchè baluardo del potere Usa) che nel contempo finge di schierarsi a favore della democrazia in Libia, è stata ignorata dai governi che ora attaccano la Libia.

Il governo Berlusconi, con ignobile sostegno bipartisan e la benedizione di Napolitano (ancora una volta il PD è all’avanguardia delle aggressioni militari, dopo quelle alla Jugoslavia, all’Afghanistan e all’Iraq) e con l’ennesima violazione dell’art.11 della Costituzione, che impegna l’Italia a “ripudiare la guerra”, ha messo a disposizione basi militari e armamenti, dopo che per anni il nostro Paese ha stipulato patti d’amicizia con Gheddafi, affidandogli il “contenimento” violento dei migranti nonchè azioni e capitali delle principali aziende italiane, in primis l’ENI petrolifera.

Particolarmente nauseante questa aggressione, poiché avviene nei confronti di un paese che dall’Italia, proprio cento anni fa, ha subito una invasione e una annessione militare condita di orrendi crimini di guerra. E pur essendo a fianco della lotta contro il regime dispotico e reazionario di Gheddafi, come a quelle di tutti gli altri popoli del Maghreb e Mashrek, non è certo con una occupazione militare del neo-colonialismo europeo e Usa che tale lotta potrà vincere.

 

Mobilitiamoci subito per:

 

FERMARE L’AGGRESSIONE MILITARE

IMPEDIRE L’INTERVENTO BELLICO ITALIANO

SOSTENERE LA LIBERAZIONE DEI POPOLI DEL MAGHREB E DEL MASHREK CONTRO I REGIMI REAZIONARI

 

Confederazione COBAS


10 Marzo 2011

l Miur, con la nota 1950 ha fornito indicazioni per la compilazione dell’allegato G alla domanda 24 mesi per la scelta delle 30 scuole nella quale si chiede l’inclusione nella prima fascia delle graduatorie d’istituto.
  • La compilazione potrà avvenire attraverso il sito del Miur dal 29 marzo al 28 Aprile 2011.
  • Se si desidera confermare tutte le scuole già indicate per la 24 mesi dello scorso anno è sufficiente non compilare il modello G (consigliamo, comunque, di verificare i codici delle scuole)

 

l Miur, con la nota 1950 ha fornito indicazioni per la compilazione dell’allegato G alla domanda 24 mesi per la scelta delle 30 scuole nella quale si chiede l’inclusione nella prima fascia delle graduatorie d’istituto.
  • La compilazione potrà avvenire attraverso il sito del Miur dal 29 marzo al 28 Aprile 2011.
  • Se si desidera confermare tutte le scuole già indicate per la 24 mesi dello scorso anno è sufficiente non compilare il modello G (consigliamo, comunque, di verificare i codici delle scuole)

 

l Miur, con la nota 1950 ha fornito indicazioni per la compilazione dell’allegato G alla domanda 24 mesi per la scelta delle 30 scuole nella quale si chiede l’inclusione nella prima fascia delle graduatorie d’istituto.
  • La compilazione potrà avvenire attraverso il sito del Miur dal 29 marzo al 28 Aprile 2011.
  • Se si desidera confermare tutte le scuole già indicate per la 24 mesi dello scorso anno è sufficiente non compilare il modello G (consigliamo, comunque, di verificare i codici delle scuole)

 

l Miur, con la nota 1950 ha fornito indicazioni per la compilazione dell’allegato G alla domanda 24 mesi per la scelta delle 30 scuole nella quale si chiede l’inclusione nella prima fascia delle graduatorie d’istituto.
  • La compilazione potrà avvenire attraverso il sito del Miur dal 29 marzo al 28 Aprile 2011.
  • Se si desidera confermare tutte le scuole già indicate per la 24 mesi dello scorso anno è sufficiente non compilare il modello G (consigliamo, comunque, di verificare i codici delle scuole)

 

l Miur, con la nota 1950 ha fornito indicazioni per la compilazione dell’allegato G alla domanda 24 mesi per la scelta delle 30 scuole nella quale si chiede l’inclusione nella prima fascia delle graduatorie d’istituto.
  • La compilazione potrà avvenire attraverso il sito del Miur dal 29 marzo al 28 Aprile 2011.
  • Se si desidera confermare tutte le scuole già indicate per la 24 mesi dello scorso anno è sufficiente non compilare il modello G (consigliamo, comunque, di verificare i codici delle scuole)

 

9 Marzo 2011

Pubblichiamo i dati dei tagli agli organici del personale docente e i pensionamenti in Piemonte anno scolastico 2011/2012. Solo in Piemonte 1.179 Docenti in meno Tagli organici docenti nazionale Totale Pensionamenti Piemonte Pensionamenti Scuola Media Piemonte Pensionamenti Scuola Superiore Piemonte Pensionamenti Sostegno Piemonte  

Pubblichiamo i dati dei tagli agli organici del personale docente e i pensionamenti in Piemonte anno scolastico 2011/2012. Solo in Piemonte 1.179 Docenti in meno Tagli organici docenti nazionale Totale Pensionamenti Piemonte Pensionamenti Scuola Media Piemonte Pensionamenti Scuola Superiore Piemonte Pensionamenti Sostegno Piemonte  

8 Marzo 2011

In questo periodo si inizia a parlare anche nelle superiori di obbligatorietà o meno delle prove Invalsi.

 

Come Cobas abbiamo sempre sostenuto che i docenti e il personale Ata non hanno alcun obbligo nella somministrazione di queste prove.

 

Abbiamo sempre sostenuto che attraverso queste prove si valuterà “il merito” degli insegnati e delle scuole. Riteniamo che proprio a seguito del rifiuto generalizzato delle scuole a sperimentare la proposta Gelmini (lo stesso Ministro ci informa che ha trovato in tutta Italia ben 40 (!) scuole disponibili alla sperimentazione: che successone!), il governo indispettito ha spinto per inserire già nel decreto “milleproroghe” il sistema valutativo delle scuole e degli insegnanti. Il MIUR avrà 60 giorni per elaborare il regolamento che stabilirà gli stipendi dei docenti e i finanziamenti alle scuole, che è basato su tre cardini: Indire, Invalsi e ispettori ministeriali.

 

L’Usp di Torino pubblica, in data 7 Marzo 2011, una circolare con la quale comunica alle scuole l’interpretazione dell’Avvocatura dello Stato (avv. Paolucci).

 

Ma cosa dice la circolare? Niente di nuovo rispetto a quello che già sapevamo: la somministrazione delle prove Invalsi non è obbligatoria per gli insegnanti (e il personale Ata)!

 

Quello che noi sosteniamo da tempo e che lo stesso avv. Paolucci conferma è che: “La collaborazione richiesta alle istituzioni scolastiche può essere di tipo meramente materiale nei limiti delle determinazioni variamente adottate dall’INVALSI: distribuzione dei test, vigilanza durante lo svolgimento, raccolta e spedizione, ecc. Nel corso degli anni, peraltro, l’INVALSI ha ridotto le attività richieste in proposito alle istituzioni scolastiche, ad esempio affidando, in tutto o parzialmente, l’attività di somministrazione dei test e di vigilanza durante lo svolgimento della prova non ai docenti in servizio presso le scuola, ma personale esterno.

 

L’INVALSI potrebbe, volendolo, “scavalcare” completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un “luogo” diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più “complicata” dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata.”

 

E’ abbastanza chiaro adesso?

 

Gli insegnati possono “collaborare”. Collaborare, ci pare, significa che non c’è OBBLIGO, al contrario di quanto invece sostengono molti dirigenti scolastici.

 

Ma poi si passa alla “provocazione”: ebbene, se non volete collaborare l’Invalsi potrà fare lo stesso le prove in luogo diverso dalle istituzioni scolastiche”

 

Fate pure, comunicate ai genitori che i loro figli di 7 anni perderanno una giornata di lezione per recarsi, in migliaia, al Palazzetto dello Sport a sostenere i primi quiz della loro vita (con tutte le conseguenze che seguiranno: ansia da prestazione, stress, competizione, ecc..) che serviranno a valutare se la scuola funziona bene o male!

 

Un dubbio però ci sorge spontaneo: ma chi ha scritto queste cose è mai entrato in una scuola pubblica? Sa come funziona la didattica?

 

Comunque, aldilà delle valutazioni “didattiche”, quello che risulta chiarissimo è che:

 

I TEST INVALSI DEVONO ESSERE SOMMINISTRATI OBBLIGATORIAMENTE DAL PERSONALE CHE LAVORA PER L’INVALSI E NON DAGLI INSEGNATI DELLE SCUOLE PUBBLICHE.

 

I DIRIGENTI SCOLASTICI SE NE FACCIANO UNA RAGIONE: GLI INSEGNANTI NON SONO OBBLIGATI A SOMMINISTRARLI.

 

 

Come Cobas Scuola ci batteremo affinché finisca questa farsa: abbiamo già presentato un ricorso al Tar del Lazio e difenderemo tutti i docenti che, legittimamente, si rifiuteranno di perdere la loro lezione per somministrare il “test crocettato”.

 

 

In questo periodo si inizia a parlare anche nelle superiori di obbligatorietà o meno delle prove Invalsi.

 

Come Cobas abbiamo sempre sostenuto che i docenti e il personale Ata non ha alcun obbligo nella somministrazione di queste prove.

 

Abbiamo sempre sostenuto che attraverso queste prove si valuterà “il merito” degli insegnati e delle scuole. Riteniamo che proprio a seguito del rifiuto generalizzato delle scuole a sperimentare la proposta Gelmini (lo stesso Ministro ci informa che ha trovato in tutta Italia ben 40 (!) scuole disponibili alla sperimentazione: che successone!), il governo indispettito ha spinto per inserire già nel decreto “milleproroghe” il sistema valutativo delle scuole e degli insegnanti. Il MIUR avrà 60 giorni per elaborare il regolamento che stabilirà gli stipendi dei docenti e i finanziamenti alle scuole, che è basato su tre cardini: Indire, Invalsi e ispettori ministeriali.

 

L’Usp di Torino pubblica, in data 7 Marzo 2011, una circolare con la quale comunica alle scuole l’interpretazione dell’Avvocatura dello Stato (avv. Paolucci).

 

Ma cosa dice la circolare? Niente di nuovo rispetto a quello che già sapevamo: la somministrazione delle prove Invalsi non è obbligatoria per gli insegnanti (e il personale Ata)!

 

Quello che noi sosteniamo da tempo e che lo stesso avv. Paolucci conferma è che: “La collaborazione richiesta alle istituzioni scolastiche può essere di tipo meramente materiale nei limiti delle determinazioni variamente adottate dall’INVALSI: distribuzione dei test, vigilanza durante lo svolgimento, raccolta e spedizione, ecc. Nel corso degli anni, peraltro, l’INVALSI ha ridotto le attività richieste in proposito alle istituzioni scolastiche, ad esempio affidando, in tutto o parzialmente, l’attività di somministrazione dei test e di vigilanza durante lo svolgimento della prova non ai docenti in servizio presso le scuola, ma personale esterno.

 

L’INVALSI potrebbe, volendolo, “scavalcare” completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un “luogo” diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più “complicata” dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata.”

 

E’ abbastanza chiaro adesso?

 

Gli insegnati possono “collaborare”. Collaborare, ci pare, significa che non c’è OBBLIGO, al contrario di quanto invece sostengono molti dirigenti scolastici.

 

Ma poi si passa alla “provocazione”: ebbene, se non volete collaborare l’Invalsi potrà fare lo stesso le prove in luogo diverso dalle istituzioni scolastiche”

 

Fate pure, comunicate ai genitori che i loro figli di 7 anni perderanno una giornata di lezione per recarsi, in migliaia, al Palazzetto dello Sport a sostenere i primi quiz della loro vita (con tutte le conseguenze che seguiranno: ansia da prestazione, stress, competizione, ecc..) che serviranno a valutare se la scuola funziona bene o male!

 

Un dubbio però ci sorge spontaneo: ma chi ha scritto queste cose è mai entrato in una scuola pubblica? Sa come funziona la didattica?

 

Comunque, aldilà delle valutazioni “didattiche”, quello che risulta chiarissimo è che:

 

I TEST INVALSI DEVONO ESSERE SOMMINISTRATI OBBLIGATORIAMENTE DAL PERSONALE CHE LAVORA PER L’INVALSI E NON DAGLI INSEGNATI DELLE SCUOLE PUBBLICHE.

 

I DIRIGENTI SCOLASTICI SE NE FACCIANO UNA RAGIONE: GLI INSEGNANTI NON SONO OBBLIGATI A SOMMINISTRARLI.

 

 

Come Cobas Scuola ci batteremo affinché finisca questa farsa: abbiamo già presentato un ricorso al Tar del Lazio e difenderemo tutti i docenti che, legittimamente, si rifiuteranno di perdere la loro lezione per somministrare il “test crocettato”.

 

 

In questo periodo si è parlato molto di obbligatorietà o meno delle prove Invalsi.

 

Come Cobas abbiamo sempre sostenuto che non c’era alcun obbligo da parte del personale Ata e degli insegnanti a lavorare per la somministrazione di queste prove.

 

Abbiamo sempre sostenuto che grazie a queste prove si valuterà “il merito” degli insegnati e delle scuole: cioè, visto che le scuole si sono in massa rifiutate a sperimentare la proposta Gelmini (anche se il Ministro ci informa che hanno trovato in tutta Italia BEN 40 SCUOLE pronte a far partire la sperimentazione: che successone!!!), il governo ha inserito nel decreto “milleproroghe” il sistema valutativo delle scuole e degli insegnanti. Il MIUR avrà 60 giorni per elaborare il regolamento che stabilirà gli stipendi dei docenti e i finanziamenti alle scuole, che è basato su tre cardini: Indire, Invalsi e ispettori ministeriali.

 

Nelle scuole, in questo periodo, c’è molto fermento e discussione su questi aspetti e soprattutto sul ruolo e sull’obbligatorietà delle prove Invalsi.

 

L’Usp di Torino pubblica, in data 7 Marzo 2011 una circolare con la quale comunica alle scuole una interpretazione di tal avv. Paolucci (avvocato dello Stato).

 

Ma cosa dice la circolare? Niente di nuovo rispetto a quello che già sapevamo: la somministrazione delle prove Invalsi non è obbligatoria per gli insegnanti (e il personale Ata)!!!

 

Da dove deriva allora questa fretta di pubblicare una circolare? Ricordare a tutti/e che le prove Invalsi sono obbligatorie perché stabilite dalla legge 53 del 2003?

 

Ma questo lo sapevamo già, c’era bisogno di scomodare un avvocato dello stato per ricordarcelo??

 

Quello che noi sosteniamo da tempo e che lo stesso avv. Paolucci conferma è che: La collaborazione richiesta alle istituzioni scolastiche può essere di tipo meramente materiale nei limiti delle determinazioni variamente adottate dall’INVALSI: distribuzione dei test, vigilanza durante lo svolgimento, raccolta e spedizione, ecc. Nel corso degli anni, peraltro, l’INVALSI ha ridotto le attività richieste in proposito alle istituzioni scolastiche, ad esempio affidando, in tutto o parzialmente, l’attività di somministrazione dei test e di vigilanza durante lo svolgimento della prova non ai docenti in servizio presso le scuola, ma personale esterno.

L’INVALSI potrebbe, volendolo, “scavalcare” completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un “luogo” diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più “complicata” dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata.

 

E’ abbastanza chiaro adesso?

 

Gli insegnati possono “collaborare” e collaborare, ci pare, non significa che non c’è OBBLIGO come, invece, sostengono molti dirigenti scolastici.

Ma poi si passa alla “provocazione”: ebbene, se non volete collaborare l’Invalsi potrà fare lo stesso le prove in luogo diverso dalle istituzioni scolastiche:

 

Fate pure, comunicate ai genitori che i loro figli di 7 anni perderanno una giornata di lezione per recarsi, in migliaia, al Palazzetto dello Sport a sostenere i primi quiz della loro vita (con tutte le conseguenze che seguiranno: ansia da prestazione, stress, competizione, ecc..) che serviranno a valutare se la scuola funziona bene o male!!!

 

Un dubbio ci sorge spontaneo: ma chi ha scritto queste cose è mai entrato in una scuola pubblica? Sa come funziona la didattica?

 

Comunque, aldilà delle valutazioni “didattiche”, quello che risulta chiarissimo è che:

 

I TEST INVALSI DEVONO ESSERE SOMMINISTRATI OBBLIGATORIAMENTE DAL PERSONALE CHE LAVORA PER L’INVALSI E NON DAGLI INSEGNATI DELLE SCUOLE PUBBLICHE.

 

I DIRIGENTI SCOLASTICI SI FACCIANO UNA RAGIONE E NON DICANO AGLI INSEGNANTI CHE SONO OBBLIGATI A SOMMINISTRARLI.

 

Come Cobas Scuola ci batteremo affinché finisca questa farsa: abbiamo già presentato un ricorso al Tar del Lazio e difenderemo tutti i docenti che, legittimamente, si rifiuteranno di perdere la loro lezione per somministrare il “test crocettato”.

 

 

In questo periodo si inizia a parlare anche nelle superiori di obbligatorietà o meno delle prove Invalsi.

 

Come Cobas abbiamo sempre sostenuto che i docenti e il personale Ata non hanno alcun obbligo nella somministrazione di queste prove.

 

Abbiamo sempre sostenuto che attraverso queste prove si valuterà “il merito” degli insegnati e delle scuole. Riteniamo che proprio a seguito del rifiuto generalizzato delle scuole a sperimentare la proposta Gelmini (lo stesso Ministro ci informa che ha trovato in tutta Italia ben 40 (!) scuole disponibili alla sperimentazione: che successone!), il governo indispettito ha spinto per inserire già nel decreto “milleproroghe” il sistema valutativo delle scuole e degli insegnanti. Il MIUR avrà 60 giorni per elaborare il regolamento che stabilirà gli stipendi dei docenti e i finanziamenti alle scuole, che è basato su tre cardini: Indire, Invalsi e ispettori ministeriali.

 

L’Usp di Torino pubblica, in data 7 Marzo 2011, una circolare con la quale comunica alle scuole l’interpretazione dell’Avvocatura dello Stato (avv. Paolucci).

 

Ma cosa dice la circolare? Niente di nuovo rispetto a quello che già sapevamo: la somministrazione delle prove Invalsi non è obbligatoria per gli insegnanti (e il personale Ata)!

 

Quello che noi sosteniamo da tempo e che lo stesso avv. Paolucci conferma è che: “La collaborazione richiesta alle istituzioni scolastiche può essere di tipo meramente materiale nei limiti delle determinazioni variamente adottate dall’INVALSI: distribuzione dei test, vigilanza durante lo svolgimento, raccolta e spedizione, ecc. Nel corso degli anni, peraltro, l’INVALSI ha ridotto le attività richieste in proposito alle istituzioni scolastiche, ad esempio affidando, in tutto o parzialmente, l’attività di somministrazione dei test e di vigilanza durante lo svolgimento della prova non ai docenti in servizio presso le scuola, ma personale esterno.

 

L’INVALSI potrebbe, volendolo, “scavalcare” completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un “luogo” diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più “complicata” dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata.”

 

E’ abbastanza chiaro adesso?

 

Gli insegnati possono “collaborare”. Collaborare, ci pare, significa che non c’è OBBLIGO, al contrario di quanto invece sostengono molti dirigenti scolastici.

 

Ma poi si passa alla “provocazione”: ebbene, se non volete collaborare l’Invalsi potrà fare lo stesso le prove in luogo diverso dalle istituzioni scolastiche”

 

Fate pure, comunicate ai genitori che i loro figli di 7 anni perderanno una giornata di lezione per recarsi, in migliaia, al Palazzetto dello Sport a sostenere i primi quiz della loro vita (con tutte le conseguenze che seguiranno: ansia da prestazione, stress, competizione, ecc..) che serviranno a valutare se la scuola funziona bene o male!

 

Un dubbio però ci sorge spontaneo: ma chi ha scritto queste cose è mai entrato in una scuola pubblica? Sa come funziona la didattica?

 

Comunque, aldilà delle valutazioni “didattiche”, quello che risulta chiarissimo è che:

 

I TEST INVALSI DEVONO ESSERE SOMMINISTRATI OBBLIGATORIAMENTE DAL PERSONALE CHE LAVORA PER L’INVALSI E NON DAGLI INSEGNATI DELLE SCUOLE PUBBLICHE.

 

I DIRIGENTI SCOLASTICI SE NE FACCIANO UNA RAGIONE: GLI INSEGNANTI NON SONO OBBLIGATI A SOMMINISTRARLI.

 

 

Come Cobas Scuola ci batteremo affinché finisca questa farsa: abbiamo già presentato un ricorso al Tar del Lazio e difenderemo tutti i docenti che, legittimamente, si rifiuteranno di perdere la loro lezione per somministrare il “test crocettato”.

 

 

28 Febbraio 2011

In questi anni di degrado ci mancavano le ultime esternazioni di un satiro degno della peggior letteratura di quart’ordine.

 

Noi che da sempre ci battiamo per difendere la SCUOLA PUBBLICA da ogni ingerenza aziendalistica, e che crediamo nella formazione di CITTADINI PENSANTI e NON SUDDITI, respingiamo ogni tentativo di sviare l’attenzione. Non c’è nessun fraintendimento. Abbiamo inteso benissimo le parole pronunciate per “avere l’applauso della platea di reazionari del “riformismo (?) pseudocristiano”.

 

Piuttosto che ricevere insulti da personaggi inqualificabili chiediamo a tutte le sensibilità democratiche di avviare una forte iniziativa pubblica per ridare alla scuola il suo giusto peso.

 

Chiediamo ALLE FORZE POLITICHE anche di restituirci il maltolto.

 

Ridate i finanziamenti alla SCUOLA PUBBLICA, ridateci i nostri soldi scippati da norme anticostituzionali e da governi incarogniti.

 

Ai cittadini, agli studenti, ai lavoratori chiediamo:

 

MA NON NE AVETE ABBASTANZA?

COSA ALTRO DEVE CAPITARE PER RITROVARE IL CORAGGIO DELL’INDIGNAZIONE E VOLTARE PAGINA?

Dobbiamo pensare che Monicelli aveva ragione quando accusava il popolo italiano di eccessivo servilismo?

 

LA MISURA PER QUANTO CI RIGUARDA E’ STRA-COLMA!

ORA BASTA!

COSTRUIAMO UNA SCUOLA E UN PAESE MIGLIORE.

 

 

In questi anni di degrado ci mancavano le ultime esternazioni di un satiro degno della peggior letteratura di quart’ordine.

 

Noi che da sempre ci battiamo per difendere la SCUOLA PUBBLICA da ogni ingerenza aziendalistica, e che crediamo nella formazione di CITTADINI PENSANTI e NON SUDDITI, respingiamo ogni tentativo di sviare l’attenzione. Non c’è nessun fraintendimento. Abbiamo inteso benissimo le parole pronunciate per “avere l’applauso della platea di reazionari del “riformismo (?) pseudocristiano”.

 

Piuttosto che ricevere insulti da personaggi inqualificabili chiediamo a tutte le sensibilità democratiche di avviare una forte iniziativa pubblica per ridare alla scuola il suo giusto peso.

 

Chiediamo ALLE FORZE POLITICHE anche di restituirci il maltolto.

 

Ridate i finanziamenti alla SCUOLA PUBBLICA, ridateci i nostri soldi scippati da norme anticostituzionali e da governi incarogniti.

 

Ai cittadini, agli studenti, ai lavoratori chiediamo:

 

MA NON NE AVETE ABBASTANZA?

COSA ALTRO DEVE CAPITARE PER RITROVARE IL CORAGGIO DELL’INDIGNAZIONE E VOLTARE PAGINA?

Dobbiamo pensare che Monicelli aveva ragione quando accusava il popolo italiano di eccessivo servilismo?

 

LA MISURA PER QUANTO CI RIGUARDA E’ STRA-COLMA!

ORA BASTA!

COSTRUIAMO UNA SCUOLA E UN PAESE MIGLIORE.

 

 

23 Febbraio 2011

Stamattina, a soli 47 anni, il compagno, l’amico, il collega Mimmo Profiti ci ha lasciati.  Mimmo è stato per molti anni Rsu Cobas della D.D. “Sibilla Aleramo” di Torino; si è sempre battuto con molta tenacia per difendere i diritti di tutti i lavoratori. Con la stessa tenacia si è battuto, senza mai mollare, in questi …