Qui da noi, a scuola, chi era straniero è stato accolto. Quello che non accogliamo è la presa in giro.

27 Novembre 2019

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Elena Chiorino, assessora all’Istruzione, al Lavoro e alla Formazione della Regione Piemonte, ha scritto una circolare inviata a tutti i Dirigenti Scolastici piemontesi. E noi per un attimo abbiamo pensato che l’assessora si fosse preoccupata della condizione drammatica dell’edilizia scolastica, del taglio ai fondi, del triste primato di disoccupazione giovanile, delle borse di studio erogate nella nostra regione che recentemente sono state dimezzate, della mancanza di risorse pubbliche investite nei settori chiave di cui dovrebbe occuparsi l’assessora. Invece la solerte esponente politica di Fratelli d’Italia e assessora della giunta leghista invita i Dirigenti Scolastici “a valorizzare, all’interno della propria scuola, ogni iniziativa legata al Natale, come l’allestimento di presepi e lo svolgimento di recite o canti legati al tema della Natività”. Sembrerebbe uno scherzo, se non ci fosse la firma autografa e il timbro della regione in calce a quella circolare. Come docenti e lavoratori della scuola ci saremmo aspettati un impegno più preciso per il futuro dei nostri figli, costretti ogni giorno a varcare la soglia di una scuola insicura, non a norma, rischiosa, senza fondi, abbandonata alla buona volontà dei docenti che svolgono, in situazioni al limite, il proprio lavoro educativo. E invece l’assessora non ha perso occasione per attaccare il laicismo a scuola, gettare un po’ di fumo negli occhi e nascondere sotto il tappeto i problemi reali che attanagliano l’istruzione nella nostra regione e che dovrebbero occupare i suoi pensieri, la sua attività politica e il suo impegno quotidiano. Ma d’altronde c’era da aspettarselo da un’esponente di un partito come Fratelli d’Italia, i cui politici più in vista si sono sempre caratterizzati per aver approvato e sostenuto le peggiori riforme su scuola e università degli ultimi vent’anni, per aver fatto dell’odio verso gli ultimi e i diversi una bandiera d’orgoglio da esibire, per aver avvelenato con la retorica populista le vene del Paese, salvo poi appellarsi a un Vangelo che non hanno mai letto, né compreso fino in fondo.

Venga a scuola, in una qualsiasi scuola della regione: le mostreremo le condizioni oggettive in cui siamo costretti a vivere e lavorare, le mostreremo l’umanità che c’è tra le nostre aule e nei nostri corridoi scalcinati. Qui da noi, a scuola, chi era straniero è stato accolto. Quello che non accogliamo è la presa in giro.

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