I sindacati-scuola della Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno accettato il pacchetto di fuffa propinato loro nella nottata dal presidente del Consiglio Conte ed hanno “sospeso” (di fatto revocato) lo sciopero indetto insieme a noi e ad altri sindacati per il 17 maggio. Che Conte abbia distribuito solo fuffa e non si sia preso alcun impegno serio risulta lampante dalla lettura del testo congiunto uscito dalla riunione notturna.
1) Particolarmente clamorosa è l’accettazione da parte dei Cinque delle promesse sul punto fondamentale dello sciopero, la regionalizzazione: punto peraltro confinato alla fine del testo dell’intesa. Qui la fuffa parte già dal titolo, “La scuola del Paese”, ove la parola “regionalizzazione” è saltata a pie’ pari. Vi si dice banalmente che verrà rispettata la Costituzione – e vorremmo vedere – perchè il governo “si impegna a salvaguardare l’unità e l’identità del sistema nazionale di istruzione garantendo lo status giuridico di tutto il personale regolato dal CCNL”. Ossia, l’ovvio, mentre le ulteriori aggiunte per “garantire la tutela dell’unitarietà degli ordinamenti statali e dei curriculi”, oltre al sistema di reclutamento, non impegnano seriamente il governo perchè il termine “unitarietà” non significa “unità” ma magari alcune regole comuni generali e poi differenze significative su tutto il resto. Insomma, non si scappa: se si è davvero contro la regionalizzazione, l’unica richiesta decisiva è quella di far uscire almeno l’istruzione dalla proposta di legge sull'”autonomia differenziata”.
2) Fuffa totale è anche il punto messo all’inizio dell’intesa per guadagnarsi benemerenze sulla vicenda contrattuale e salariale. Infatti il governo si limita ad “impegnarsi per reperire risorse in occasione della legge di bilancio 2020 per un graduale avvicinamento all’Europa”. E sapendo quello che ci aspetta nella legge di bilancio, è un impegno ridicolo non suffragato nè da cifre nè da dati credibili, ancor più risibile se si tiene conto che negli ultimi anni docenti ed Ata hanno perso oltre il 20% di salario reale e un investimento che dovesse anche solo riportare i salari a livello del decennio scorso esigerebbe ben altro che una frasetta ma un impegno sostanziale dei ministri economici di cui non c’è manco l’ombra.
3) L’unico punto dove la fuffa è dominante ma lo sforzo truffaldino è un po’ più sofisticato è quello riguardante la stabilizzazione dei precari, laddove si promettono percorsi privilegiati per chi ha i 36 mesi di insegnamento in un futuro non meglio specificato (“il governo individuerà adeguate modalità per agevolare l’immissione in ruolo del personale docente con esperienze di servizio di almeno 36 mesi”) mentre per il qui ed ora (“transitoriamente”) si parla di concorsi “riservati selettivi”, ben sapendo che percorsi del genere “selettivi” sono già stati attivati o lo saranno comunque nei prosimi mesi.
4) Fuffa al 100% anche per gli ATA, niente sulla carenza degli organici, niente sui sovraccarichi di lavoro, sugli stipendi da fame, sugli orari e sulle mansioni, ma solo una promessa di ulteriore gerarchizzazione, in particolare verso i DSGA.
Insomma, appare evidente che: a) ai Cinque sindacati di lottare sul serio contro la regionalizzazione non è mai davvero interessato e stanno gestendo questa sceneggiata per ribadire la loro presenza nella scena nazionale, pensando magari che le elezioni europee butteranno per aria l’attuale quadro politico e la regionalizzazione verrà rimandata; b) Conte, che è “servitor di due padroni”, sa bene di non poter sfidare nè il “dominus” vero del governo, e cioè Salvini, nè il “sub-dominus” Di Maio, non sapendo peraltro neanche se resterà a Palazzo Chigi dopo le Europee.
Assolutamente sicuro, comunque, è che i COBAS lo sciopero lo confermano per il 17 maggio: e nei prossimi giorni seguiremo attentamente le trattative con il governo che, dicono i Cinque, dovrebbero proseguire per una settimana, al fine di rivelare ulteriormente come di fuffa totale si tratti E questo tanto più perché crediamo che anche tra molti iscritti/e dei Cinque, una volta rivelata la cialtroneria dell’accordo, ci sia la volontà di battersi contro la regionalizzazione, per un contratto con consistenti recuperi salariali e per l’assunzione stabile di tutti i precari.
In quanto al come manifestare in piazza il 17 maggio decideremo nei prossimi giorni, discutendone anche con le altre organizzazioni che confermeranno lo sciopero.
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