Ai segretari generali dei sindacati firmatari dell’Intesa del 30 novembre 2016
FLC CGIL,
CISL SCUOLA,
UIL SCUOLA
Ai segretari generali dei sindacati
SNALS,
CONFSAL FGU
Gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Padre Gemelli di Torino, constatano che:
- dopo nove anni di blocco contrattuale gli stipendi degli insegnanti italiani, fra i più bassi d’Europa, hanno perso potere di acquisto pari a circa 300 euro mensili;
- è stata disattesa la sentenza della Corte Costituzionale (n. 178/2015) che si è espressa sull’illegittimità del blocco del contratto e conseguentemente sul rinnovo e il diritto all’indennità di vacanza contrattuale adeguata al costo della vita, a partire dal momento della sentenza. Era il giugno 2015 e, a tutt’oggi, non è successo nulla;
- il personale della scuola è stato penalizzato non soltanto in merito alle retribuzioni, ma in quanto ha subìto gli effetti della legge 107, che, con il bonus al “merito”, ha creato divisioni nel corpo docente e disparità di trattamento economico senza alcuna base oggettiva;
- la volontà di slegare la progressione di carriera dall’anzianità di servizio e di distribuire una parte dei pur scarsi aumenti soltanto ad una quota dei docenti sono intenzioni insieme risibili ed offensive
Pertanto gli insegnanti sottoscritti, rivendicando il diritto ad aumenti dignitosi e uguali per tutti e la restituzione di quanto dovuto per l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% del costo della vita programmato dal MEF così come previsto dalla legge di stabilità 2009, a partire dal mese di settembre 2015,
DIFFIDANO
i sindacati Flc Cgil ,Cisl Scuola ,Uil Scuola, Snals, Confsal, Fgu dal firmare il contratto scuola alle condizioni concordate con il Governo il 30 novembre 2016, che determinano
- un aumento risibile e non uguale per tutti di € 85 lordi medi mensili nell’arco di tre anni.
- una quota di indennità di vacanza contrattuale del tutto irrisoria rispetto al reale recupero del potere d’acquisto
- un aumento del carico di lavoro correlato alla funzione docente
- una svendita, nei fatti, delle garanzie e dell’agibilità sindacale e dei diritti acquisiti dai lavoratori.
DICHIARANO
che in caso di firma, daranno immediata disdetta delle tessere sindacali, perché non ritengono giusto sostenere organizzazioni che, invece di difendere i diritti dei lavoratori, sembrerebbero avere piuttosto l’unico scopo di legittimare se stessi nei confronti della controparte.
Intanto, per ricordare che il passaggio dalle intenzioni ai fatti non è, in questo caso, così difficile, alleghiamo le prime lettere di rinuncia alla tessera sindacale. Non vorremmo fossero le prime di una lunga serie.
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