Come tanti cittadini/e italiani/e, abbiamo appreso da Repubblica online dell’arresto di due esponenti del cosiddetto “SI Cobas” a Modena, per estorsione aggravata perché, così è scritto, “sono stati sorpresi a incassare una somma di denaro per calmierare le attività di protesta davanti alla sede di un gruppo industriale del settore carni”. Non siamo in grado di pronunciare alcunché sulla vicenda e contiamo di ottenere prima possibile maggiori e più approfondite informazioni, augurandoci che gli arrestati siano in grado di smentire le accuse. Nel frattempo, però, invitiamo tutti i mezzi di informazione ad evitare qualsiasi confusione tra i COBAS e il cosiddetto SI Cobas. Noi inventammo e lanciammo trenta anni fa la sigla COBAS (allora acronimo di “Comitati di base della scuola”), costruendo il più grande movimento di massa, tra il 1987 e il 1988, mai apparso nella scuola pubblica italiana. Dopodichè, il “marchio” ebbe un tale successo da provocare la nascita di numerosi “imitatori” che, con piccole modifiche, prefissi o suffissi vari, hanno usato sigle simil-Cobas. Come COBAS, mentre costruivamo una Confederazione presente, oltre che nella scuola, in tutto il Pubblico Impiego, nella Sanità e nel Lavoro privato, non ci siamo mai preoccupati di difendere, per così dire , il “marchio” e di rivendicare anche legalmente la primogenitura e l’uso in esclusiva del nome. Né abbiamo intenzione di farlo ora, anche se spesso tali “imitatori” avevano o hanno ben poco a che fare con la nostra impostazione sindacale, politica e culturale: basti pensare ai cosiddetti “Cobas del Latte”. Però, qui ed ora, invitiamo tutti gli organi di informazione a evitare di usare il nostro nome, i nostri simboli (la bandiera rossa, con la scritta in bianco COBAS e con una sottostante scritta in giallo “Confederazione dei comitati di base”) e le immagini dei nostri esponenti nel trattare questa vicenda. In particolare, pur comprendendo che la sigla SI Cobas (a differenza di altre che hanno aggiunto “prefissi” alla sigla, modificandola un po’) può aver favorito in prima battuta equivoci e confusioni particolari, diffidiamo Canale 5 e il sito di Libero news a replicare nei propri servizi (come fatto in mattinata) un video che ritrae una nostra manifestazione e nostri militanti, coinvolgendoci direttamente nella vicenda. E’ doveroso aggiungere che saremo costretti a procedere con querele nei confronti degli organi di informazione che non dovessero fare chiarezza sulla differenza tra le due organizzazioni, con scritti, foto o video che si riferiscano a noi, COBAS “originari”.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS – Confederazione dei Comitati di base
27 gennaio 2017
Anteprima Pdf: