A Chieri (TO), nell’Auditorium del Liceo di Stato “Augusto Monti”, all’insaputa e senza il consenso del Collegio Docenti, venerdì 24 gennaio è stata esposta l’urna contenente la reliquia di Giovanni Bosco, in occasione della festa di san Francesco di Sales e a coronamento del “global tour” compiuto dalla reliquia, ultima tappa prima del suo ritorno a “casa”, Castelnuovo, a un tiro di schioppo da Chieri.
“Grazie” a questa trovata della statua di cera che viaggia in lungo e in largo e approda nelle cattedrali come una star in tournée, accompagnata dallo slogan “Don Bosco è qui!” e dal monito “Dio ti vede”, da Messina a Torino, gli studenti delle scuole italiane si sono recati alla più vicina chiesa a “venerare” la reliquia. Già qui ci sarebbe molto da dire, perché la Chiesa, con l’Insegnamento della Religione Cattolica, educando all’obbedienza, sa rendersi bastevolmente utile allo Stato. Dovrebbe avere il pudore di non spingersi fino al pellegrinaggio finalizzato alla venerazione di reliquie! Diamine, un’occhiatina alle attività delle congregazioni religiose ci vorrebbe!
Giusto perché poi a Chieri i salesiani hanno veramente esagerato. Con tutte quelle belle chiese, con tutte le scuole salesiane, si sono gentilmente offerti di portar la reliquia direttamente negli spazi dell’unico Liceo di Stato del territorio, tra Torino e Asti, a mo’ di bandiera.
Come docente di questo istituto, sono venuta a conoscenza dell’iniziativa dal giornale locale, il Corriere di Chieri, e solo da ultimo, 3 giorni prima dell’esposizione, mediante una circolare del Dirigente agli studenti, circolare che alcuni docenti si sono rifiutati di leggere, sentendosi dire dai “promotori” di non rispettare la libertà, se non addirittura la normativa.
Secondo la normativa il Collegio dei Docenti ha la responsabilità dell’impostazione didattico-educativa e ha competenza esclusiva per quanto attiene agli aspetti pedagogico-formativi e all’organizzazione didattica e concorre, con autonome deliberazioni a maggioranza, alle attività di progettazione a livello d’istituto e di programmazione educativa e didattica.
Al Liceo di Chieri però è andata diversamente. Nessuna delibera, nessuna informazione, hanno fatto tutto le Funzioni Strumentali: Funzione Strumentale Educazione alla Salute, che guarda caso è docente di IRC, Funzioni Strumentali Orientamento in Ingresso e Orientamento in Uscita (non si capisce più bene, a questo punto, se dal Liceo o dalla Chiesa), la prima prendendo accordi con i Salesiani e predisponendo, col suo Dipartimento, la circolare politicamente corretta per il Dirigente Scolastico, le ultime sponsorizzando di nascosto l’iniziativa con stretto giro di mail ai docenti “simpatizzanti”.
Gli altri? Gli altri con un palmo di naso, chi incredulo, chi superficialmente curioso, chi laicamente offeso, chi, pur credente, vagamente offeso perché, animato da una spiritualità più articolata e complessa, non inclina a certe forme di religiosità popolare. Chi, dal contiguo Istituto Tecnico Statale Vittone, per protesta si è messo davanti all’ingresso con la teca delle Ceneri di Giordano Bruno,morto al rogo il 17 febbraio 1600: Quando la superstizione s’infiltra nella cultura, arriva l’ignoranza e la morte.
Tutti comunque perlopiù zitti – perché esprimere sdegno ricordando che quella è una Scuola Statale, non una scuola cattolica privata (come verrebbe fatto di pensare), uno spazio laico dove già sono di troppo i crocifissi presenti in alcune aule (per fortuna non tutte) – quando nell’Aula Magna di una scuola di Stato approda un’urna con dentro il fantoccio di Don Bosco, un pezzo della Sua Santa Mano Imbalsamata con contorno di fiori cimiteriali, evocare la laicità dello Stato ha un che di grottesco, risultando quest’ultima vilipendiata e umiliata dalla sicumera di chi, imponendo, si sente democratico dicendoti: guarda che nessuno è obbligato.
Come dire, stiamo allegri, nella laica Scuola di Stato l’adorazione delle reliquie è facoltativa!
Eppure è doveroso denunciare che un’iniziativa del genere, la prima in Italia, presa con superficialità e apparente nonchalance (per non dover sottrarre ore di lezione ai docenti conducendo gli studenti in Chiesa), oltre che essere di pessimo gusto, costituisce un abuso di un luogo dello Stato. Ed è scandaloso e paradossale che, denunciandola, si corra il rischio di passare per intolleranti e antidemocratici.
Che bisogno c’era di piantare la bandierina di conquista su una Scuola di Stato, di “marcarla” come fa il gatto con la pipì? Non è forse ancora abbastanza chiaro sotto quale giurisdizione stiamo?
Airis R. Masiero
Docente del Liceo Statale Augusto Monti di Chieri
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