E’ successo ieri l’ultimo fatto grave all’IIS Ferrari di Susa. Alle ore 8,00 a pochi metri dall’ingresso della scuola due carabinieri fanno dei controlli a studenti e studentesse. Fin qui potrebbe essere normale routine, anche se è davvero strano che davanti ad una scuola ci sia un “posto di blocco”.
Alle 9,30, invece, suona l’allarme antincendio e, come da prassi, le classi si dirigono nelle zone di raccolta nel piazzale di fronte alla scuola. Nel momento in cui tutti escono dall’edificio quattro veicoli dei carabinieri entrano velocemente nell’Istituto con all’interno un ingente numero di forze dell’ordine.
Risulta subito evidente che non si tratta della canonica “prova di evacuazione” poichè non sono stati consegnati i fogli per la conta degli allievi, né è stata formalmente richiesta. Si tratta invece di un vero e proprio blitz dei carabinieri a scuola!!
Infatti i carabinieri entrano nella scuola non si sa bene per cercare cosa. Le forze dell’ordine impongono che tutti gli allievi rientrino in classe, di fatto sequestrando i ragazzi all’interno degli spazi, senza permettere a nessuno di uscire e vietando loro di andare in bagno. Intanto gli operatori scolastici presidiavano il cortile e il perimetro dell’edificio.
Durante la lunga presenza di un ingente quantitativo di forze dell’ordine diversi studenti si sono sentiti male: molti studenti scoppiano in lacrime, spaventati dai lampeggianti delle volanti e dalla ingente presenza delle forze dell’ordine con i cani, ci sono crisi di panico e una sensazione di malessere e angoscia diffusa.
Dopo circa due ore le forze dell’ordine si allontanano dalla scuola oramai interrompendo per tutto il girno la normale attività didattica.
E’ la prima volta che si assiste, dentro le nostre scuole, a scene che ricordano gli stati di polizia più che le democrazie moderne o uno Stato di diritto!!
Un’ operazione senza alcun senso educativo, che viola gli spazi che i ragazzi dovrebbero vivere come propri, che tenta di criminalizzare i giovani e che contro gli auspicabili interventi di prevenzione e riduzione del danno propone la sola opzione repressiva.
L’irruzione a scuola e l’interruzione dell’attività didattica si configura infatti come una pesante violazione degli spazi educativi, come un tentativo di disciplinamento dei giovani, cercando di far passare un messaggio che criminalizza ed intimidisce gli studenti e distrugge o attacca pesantemente la specificità e l’autonomia degli edifici scolastici.
Ci chiediamo infatti quale sia la ratio educativa che sta dietro questa operazione chiaramente intimidatoria, se non quella dell’educare alla disciplina ed alla subordinazione prefigurando uno stato di polizia in cui i diritti diventano un optional.
Chiediamo un immediato chiarimento dell’USR PIEMONTE, perché abbiamo ragione a ritenere che quanto successo sia stato voluto fortemente dalla dirigente scolastica.
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