La storia ci insegna che dopo le grandi crisi le “classi dominanti” hanno colto l’occasione per introdurre trasformazioni politico-economiche al fine di rafforzare il proprio potere.
ANP e Confindustria ci stanno provando a “rivoluzionare” la scuola ma noi, docenti, Ata, genitori e studenti abbiamo una grandissima occasione per rivendicare un cambio di passo del Governo almeno su due pilastri su cui si fonda uno Stato di diritto: Sanità e Scuola.
Per realizzare questo obiettivo dovremmo, però, provare a fare delle proposte e lottare affinchè vengano effettivamente prese in considerazione.
Come Cobas Scuola Torino saremo in Piazza Sabato 6 Giugno alle ore 17 sotto la Prefettura (Piazza Castello) per un presidio che nasce appunto dalla necessità di proporre al rappresentante del Governo una nostra piattaforma per la riapertura della scuola a Settembre, in sicurezza.
Nel documento tecnico, voluto dalla Ministra Azzolina, dove si afferma di voler far ripartire le scuole a Settembre si parte dalla importante constatazione delle “disuguaglianze che coinvolgono i bambini in particolare nelle aree gravate da disagio, degrado, povertà e difficoltà sociali…” A questa constatazione si accompagna il riconoscimento della funzione sociale e politica della scuola: “la scuola è un contesto fondamentale dove queste difficoltà possono essere accompagnate e quanto possibili colmate” Si passa quindi a sottolineare quello che noi abbiamo sostenuto in questi mesi “la modalità a distanza (DaD) potrà rappresentare un momento integrativo e non sostitutivo dell’insegnamento”.
A queste importanti constatazioni lo stesso documento non trova concrete soluzioni, forse perchè per ripartire in sicurezza la palla passa alla politica, che dovrà impegnare forti finanziamenti pubblici, e non il misero Miliardo stanziato: non c’è altra strada altrimenti è una vera e propria presa in giro.
Ecco, allora, le nostre proposte:
-
Innanzitutto serve un piano di investimenti straordinario di almeno 20 miliardi (non è altro che il maltolto in questi ultimi vent’anni di tagli)
-
Bisogna risolvere la questione delle famose classi pollaio. Nell’attuale contesto emergenziale la situazione assume connotati ulteriormente preoccupanti, derivanti dalla necessità ineliminabile di quel “distanziamento” che è considerato l’unico presupposto sicuro per impedire il diffondersi del contagio da coronavirus. Chiunque conosca le nostre scuole dovrebbe sapere che, nel migliore dei casi, l’ampiezza delle aule è parametrata sullo standard massimo di 1,96mq per alunno/a e per classi composte al massimo di 25 alunni/e. Sciaguratamente, abbiamo assistito nel tempo a un costante incremento del numero di alunni/e per classe, che oggi potrebbero arrivare fino a 31 (D.M sugli organici 2019/2020) mentre, ovviamente, le aule non sono state ampliate. Se ci fosse un minimo di coerenza tra ciò che si dice e quel che si fa, le cose da fare sarebbero: diminuire il numero di alunni/e per classe e reperire ulteriore personale e spazi per svolgere la didattica in presenza. Invece, le scuole hanno ricevuto comunicazioni dagli Ambiti Territoriali provinciali sulla “definizione dell’ organico di diritto a.s. 2020/21 – allineamento dati alunni e classi”, che nel linguaggio ministeriale significa: visto che non sono previste ripetenze avrete un numero di classi e di cattedre inferiore a quello che era stato previsto nella fase precedente alla pandemia: “tenuto conto che, in virtù del D. L. n. 22/ 2020, non sono previste ripetenze.[…] È altresì necessario che le SS.LL. modifichino il numero di classi da autorizzare per l’a.s. 2020-2021 in relazione alla consistenza numerica relativa agli alunni come rideterminata”. Infatti, la formazione delle classi avrebbe dovuto anche tenere conto della “serie storica dei tassi di non ammissione alla classe successiva”, per cui salteranno molte prime classi della scuola secondaria di I e II grado e molti posti in organico.
-
In questi anni abbiamo visto scuole chiudere e essere accorpate, sono nati i “mega” istituti con un taglio drastico del personale di segreteria e collaboratori scolastici: ma vi immaginate, per esempio, un IC con diverse sedi e con l’assegnazione di SOLO due collaboratori scolastici per sede (se va bene)?? Parliamo di IC perchè è chiaro che nelle scuole inferiori il problema si pone molto di più rispetto alle superiori. Cosa dovranno fare i due collaboratori scolastici?? Garantire la sorveglianza o sterilizzare le aule, gli ambienti, i bagni??? Per riaprire in sicurezza bisogna investire sull’edilizia scolastica: siamo in emergenza e allora perchè non riaprire le scuole chiuse e renderle agibili? Perché non utilizzare i parecchi edifici abbandonati e renderli agibili? Perché non utlilizzare le caserme chiuse e renderle agibili? Perchè non iniziare a costruire nuove scuole e dare uno slancio anche all’economia costruendo “opere utili”? Se non c’è una reale e adeguata corrispondenza tra le risorse, dai fondi all’edilizia, dagli spazi aggiuntivi ai mezzi di trasporto e gli obiettivi da realizzare, significa che non avete alcuna intenzione di riaprire le scuole!!
-
Immissione in ruolo del personale docente e ata: Se, come scrive il comitato tecnico, a settembre torneremo a scuola, magari anche sdoppiando le classi, oltre alle strutture bisogna fare una grande operazione di reclutamento a tempo indeterminato di personale docente e ata. Solo quest’anno i precari sono stati più di 200 mila: è quindi impossibile garantire la didattica in presenza senza l’immissione in ruolo, da subito, del personale. Il governo obietta che si può entrare in ruolo solo tramite concorso, una questione meritocratica. Noi rispondiamo facilmente a questa pretestuosa obiezione: ma secondo voi, per i docenti che hanno lavorato più di tre anni a scuola, tappando tutti i buchi e, di fatto, rendendo possibile l’attività didattica, c’è bisogno di un quiz a crocette e/o un elaborato per capire se sono idonei all’insegnamento?? Non sarebbe più corretto, anche didatticamente, immetterli in ruolo e far fare loro un anno di prova serio, con tutoraggi e formazione?? E cosa dire per il personale Ata: perché non consolidare la figura dell’assistente tecnico in tutte le scuole del primo ciclo? Perché non accelerare la procedura concorsuale per DSGA e bandire un concorso per Dsga, riservato agli assistenti amministrativi facenti funzione con almeno tre anni di servizio sul profilo? Perché, come segnalato prima, non assumere collaboratori scolastici per garantire la sicurezza e l’igiene nella scuola?
Ripetiamo ancora una volta, senza assumere queste misure è evidente che non si potrà rientrare a scuola in sicurezza a Settembre, quello che si dice in televisione e si scrive sui giornali è solo propaganda.
I soldi che arriveranno dall’Europa dovranno prioritariamente servire per la Sanità, per la Scuola, per i Trasporti.
La FCA, la Confindustria hanno già avuto tanto in questi anni!!!
NOI NON VOGLIAMO TORNARE ALLA NORMALITÀ,
NOI VOGLIAMO UN SALTO DI QUALITÀ.
Se il Governo non metterà in campo tutte le risorse necessarie, si assumerà la responsabilità: se una cosa questo virus ci ha insegnato è che senza Sanità pubblica, Scuola pubblica, Trasporti pubblici il paese “muore” davvero.
PRESIDIO IN PIAZZA CASTELLO – TORINO
SOTTO LA PREFETTURA
SABATO 6 GIUGNO ALLE ORE 17
Anteprima Pdf: