DENUNCIAMO
1. Nessuna garanzia di stipendio per molte/i docenti
2. Indizione di concorsi che non potranno effettuarsi in modo da consentire l’assunzione entro settembre
3. Mancato rinnovo delle graduatorie per l’attribuzione delle supplenze
CHIEDIAMO
1. Immediato ampliamento degli organici
2. Doppio canale di assunzione
3. Rinnovo delle graduatorie e utilizzo delle graduatorie provinciali
4. Proroga di tutti i contratti in essere all’inizio dell’emergenza
Come accaduto in altri settori, anche nella scuola l’emergenza da Covid-19 ha prodotto gli effetti più pesanti sui lavoratori e sulle lavoratrici con minori tutele contrattuali.
Di seguito le nostre denunce:
1. Nessuna garanzia di stipendio per molte/i docenti
Ogni giorno, infatti, ci giungono notizie e segnalazioni relative a personale precario con contratto formalmente attivo, ma stipendio non pagato o di supplenti temporanei a cui, nonostante quanto stabilito dal decreto legge del 17 marzo 2020, n.18, non è stato rinnovato il contratto. Tale decreto, all’art. 121, prevedeva chiaramente la conferma e la proroga durante il periodo di sospensione/chiusura delle scuole per tutti i supplenti temporanei, ma, fin da subito, alcune note esplicative ambigue e fuorvianti, unitamente alle manovre e ai temporeggiamenti messi in atto da alcuni dirigenti, ne hanno ostacolato l’applicazione, offrendo per l’ennesima volta l’immagine di un potere arrogante che, proprio mentre sbandiera e propaganda misure di sostegno e solidarietà nei confronti delle fasce più deboli, nella pratica agisce bloccando e negando diritti al solo scopo del risparmio.
Tutto questo produce un’evidente dissonanza con la narrazione volutamente parziale e fintamente ingenua della ministra Azzolina rispetto allo stato di salute della scuola pubblica italiana, e viene quindi messo in secondo piano se non addirittura omesso nelle lunghe esternazioni a cui ci sta da qualche settimana abituando: sta andando tutto bene, la didattica a distanza funziona benissimo, la scuola non si ferma.
E, in effetti, quest’ultima constatazione è vera: in questa fase di emergenza, pur tra mille difficoltà, la scuola non si è fermata. Ma, vorremmo dire alla Ministra, questo è stato possibile grazie all’impegno di tutti, anche di quei 170 mila docenti precari (circa il 20% dell’intero organico) che, anche in questa particolare situazione e come sempre, hanno continuato a svolgere il proprio servizio e le proprie mansioni (ordinarie e straordinarie) al pari dei colleghi di ruolo. In cambio, come si è detto, alcuni di loro hanno ottenuto la mancata corresponsione dello stipendio o il mancato rinnovo del contratto; tutti, invece, in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico, hanno ricevuto in dono le disposizioni del recente decreto legge 8 aprile 2020, n. 22, relative alle assunzioni di personale docente a tempo indeterminato e determinato. Nello specifico, l’incredibile decisione di bandire comunque i concorsi previsti, pur non potendosi gli stessi effettuare fino al termine delle più generali restrizioni relative ai divieti di assembramento, e quella di rinviare di un anno l’aggiornamento, il rinnovo e la provincializzazione delle graduatorie di istituto.
2. Indizione di concorsi che non potranno effettuarsi in modo da consentire l’assunzione entro settembre
Per quanto riguarda il primo punto, già in passato abbiamo denunciato le storture e le ingiustizie sottese alla promulgazione dei quattro bandi previsti (un concorso ordinario per infanzia e primaria e un concorso ordinario, uno straordinario e una procedura abilitante per la scuola secondaria), dovute soprattutto al loro carattere parziale e transitorio, nonché alla perenne indisponibilità da parte del Ministero ad affrontare il problema del reclutamento in modo strutturale (vedi qui).
Il concorso straordinario previsto per la scuola secondaria, ad esempio, che avrebbe la pretesa di risolvere il problema del precariato, delinea un percorso fortemente selettivo (selezione data dal numero dei posti messi a bando e dal tipo di prova sottoposta ai candidati) al quale nemmeno tutti coloro che hanno svolto tre anni di servizio potranno partecipare. Come sottolineato anche nel parere recentemente espresso a proposito dal CSPI, infatti, non verrà riconosciuto il requisito del servizio agli insegnanti precari che, sopperendo alle ataviche carenze strutturali del sistema di formazione, negli ultimi anni hanno lavorato sui posti di sostegno senza la relativa specializzazione. Più in generale, l’intenzione di procedere comunque al bando di tali concorsi, considerando la sempre più concreta impossibilità di svolgerli entro l’inizio del nuovo anno scolastico, più che l’idea di una scuola che non si ferma, offre l’immagine di un Ministero che vuole nascondere le difficoltà che a settembre si verificheranno in relazione alle assunzioni a tempo indeterminato.
Questo perché, in linea con i ministeri precedenti, anche adesso si continua a far finta di non vedere quali sono i reali e strutturali problemi di un sistema di reclutamento che non può affidarsi unicamente al meccanismo del concorso per titoli ed esami (ordinario o straordinario che sia) per coprire tutti i posti disponibili all’inizio di ogni anno scolastico.
3. Mancato rinnovo delle graduatorie per l’attribuzione delle supplenze
Con la seconda disposizione, invece, si blocca l’attuazione dell’unico provvedimento che avrebbe potuto in qualche modo alleviare le difficoltà che già da qualche anno ormai si ripetono nell’assegnazione degli incarichi e delle supplenze e cioè quello che, oltre all’aggiornamento e al rinnovo delle graduatorie d’istituto, prevedeva anche la trasformazione delle stesse in graduatorie provinciali, rendendo tali assegnazioni molto più semplici, veloci e soprattutto trasparenti. Nessuna di queste operazioni verrà fatta e, considerando la situazione non esattamente normale in cui ci troveremo ancora a settembre, questo provocherà un ulteriore aggravio per il lavoro delle segreterie – già fortemente provate da quando, con il progressivo svuotamento delle Graduatorie ad Esaurimento, soprattutto nella scuola secondaria, in numerose province, la maggior parte degli incarichi viene conferita attraverso la II e la III fascia della Graduatorie di Istituto – e quindi ulteriori ritardi nell’individuazione dei supplenti. Inoltre, in questo modo, non solo i docenti già iscritti non potranno aggiornare i propri punteggi o operare modifiche sulle scuole scelte o sulle province, ma soprattutto non saranno consentiti nuovi ingressi, per cui, inevitabilmente, si assisterà a un ulteriore aumento dei contratti stipulati attraverso l’inaccettabile e incontrollabile meccanismo delle MAD (Messe a disposizione), candidature personali degli aspiranti docenti, a cui segue una scelta arbitraria da parte delle scuole.
Sulla base di queste premesse, sollecitiamo un significativo ripensamento e una serie di interventi nelle seguenti direzioni:
1. Immediato ampliamento degli organici
Innanzitutto riteniamo sia necessario procedere ad un ampliamento degli organici (docenti ed ATA), misura indispensabilie per mettere in atto le misure annunciate dal Ministero a partire da settembre relativamente alla diminuzione delle classi pollaio, nonché per ottenere un vero miglioramento della didattica. Il primo passo in questo senso dovrebbe avvenire, come ripetiamo ormai da anni, attraverso la trasformazione dell’organico di fatto (o in deroga sul sostegno) in organico di diritto.
2. Doppio canale di assunzione
Per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato crediamo che, al posto del previsto concorso straordinario per la secondaria, sia necessario procedere al bando di un concorso per soli titoli, a cui dovranno poter accedere, senza meccanismi selettivi, tutti i docenti che hanno maturato 3 anni di servizio nella scuola pubblica statale, su posto comune e di sostegno. Solo in questo modo sarà possibile assumere a tempo indeterminato, fin dall’ 1 settembre, tutti i docenti necessari a coprire i numerosissimi posti che rimarrano vacanti dopo aver scorso le Graduatorie di Merito e le Graduatorie a Esaurimento. Quando le condizioni lo permetteranno, inoltre, dovrà essere bandito anche il concorso ordinario, nelle province e nelle regioni dove Graduatorie ad esaurimento e Graduatorie di merito sono già esaurite, in modo da ristabilire finalmente, e a livello strutturale, un sistema formato sul meccanismo del doppio canale, l’unico che, come sosteniamo ormai da tempo, e a maggior ragione ribadiamo in questo momento, può garantire nella scuola italiana il rispetto dei diritti di tutti: degli studenti, ad avere il numero più alto possibile di docenti stabili e in cattedra fin dall’inizio di ogni anno scolastico; dei docenti precari che da anni ormai sorreggono le sorti della scuola attraverso gli incarichi e le supplenze e continueranno a farlo; perché di una piccola quota di precariato ci sarà sempre bisogno e non è giusto continuare a sfruttare il lavoro di migliaia di docenti senza riconoscere in modo strutturale il diritto ad essere assunti dopo tre anni di servizio, come anche la Corte di giustizia dell’Unione europea ha più volte ribadito. E’ questo che nessuno al Ministero sembra voler capire!; l’altro canale di assunzione continuerà ad essere il concorso a cui accederà chi legittimamente desidera provare ad insegnare subito dopo la laurea o comunque senza sottoporsi al logorante meccanismo del precariato.
3. Rinnovo delle graduatorie e utilizzo delle graduatorie provinciali
Per quanto riguarda le assunzioni a tempo determinato, invece, ribadiamo la necessità di procedere fin da quest’anno all’aggiornamento, al rinnovo e alla provincializzazione della graduatorie di istituto. Pur comprendendo, infatti, le difficoltà legate all’espletamento di tali operazioni in un momento come questo, le stesse non ci sembrano particolarmente diverse né maggiori rispetto a quelle affrontate da tutti i docenti, e in modo particolare da quelli precari, per mantenere i contatti con gli studenti e portare avanti la loro fondamentale funzione educativa attraverso i dispositivi informatici (che, tra le altre cose, nessuno ha ritenuto opportuno fornire loro e per il reperimento dei quali i precari non possono neanche usufruire dei 500 € della carta docente). In assenza di tali operazioni, infatti, non solo il prossimo anno scolastico inizierà all’insegna dei soliti problemi legati alla mancanza di insegnanti, ma si assisterà a una crescita esponenziale del numero di supplenze e incarichi conferiti attraverso l’inaccettabile meccanismo delle MAD (messa a disposizione) che oltre a essere privo di qualsiasi forma di trasparenza e ad aprire a incontrollabili meccanismi clientelari, in un contesto in cui la mobilità nel territorio nazionale potrebbe ancora essere soggetta a limitazioni, appare sempre più assurdo e addirittura irresponsabile.
4. Proroga di tutti i contratti in essere all’inizio dell’emergenza
In ultimo, ma non certo per ordine di importanza, in linea con il principio che mira a salvaguardare i livelli occupazionali, sollecitiamo l’immediata proroga di tutti i contratti di supplenza in essere all’inizio dell’emergenza, in moltissimi casi inspiegabilmente interrotti e spesso soggetti a inaccettabili ritardi nei pagamenti, non solo fino alla fine delle lezione o al termine della attività didattiche, ma fino al 31 agosto, in modo da evitare le inutili lunghezze burocratiche che da sempre caratterizzano l’attivazione della Naspi e che in un momento come questo sarebbero davvero insostenibili. In termini di spesa, del resto, tale operazione avrebbe un’incidenza molto contenuta, riducendosi nella pratica alla differenza tra lo stipendio e l’indennità di disoccupazione.
Auspichiamo che le nostre denunce e le nostre proposte possano aiutare il ministero a liberarsi presto dalle bende.
13/04/2020
COBAS – COMITATI DI BASE DELLA SCUOLA
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