Contro la scuola-azienda dei capetti e la scuola-quiz dell’Invalsi, per l’assunzione di tutti i precari, sciopero generale il 5 e 6 maggio (infanzia ed elementari) e il 12 (medie e superiori)
L’avevamo detto e scritto con largo anticipo: non fidatevi del Grande Mentitore, la sbandierata assunzione da settembre di 150 mila precari non solo è l’arma di ricatto di Renzi per imporre la sua cattiva scuola, ma verrà tradita ed utilizzata per sbattere fuori dalla scuola la maggioranza dei precari che vi lavorano da anni. Oggi è tutto su carta: non solo le assunzioni sono scese a 100 mila e vengono affidate non ad un decreto (ovvio, data l’urgenza) ma all’iter di un Ddl, e dunque potrebbero essere, in corso d’opera, dimezzate; ma si accompagnano all’annuncio che per altri 200 mila precari c’è solo il terno al lotto di un nuovo concorso (dopo tanti già fatti) per 60 mila posti da qui al 2019. Dunque, al più 160 mila precari verrebbero stabilizzati in 5 anni, più o meno pari al previsto “turn over” dei docenti, mentre per gli altri/e c’è l’espulsione di fatto, visto che ai precari assunti spetterà fare i tappabuchi e cioè, in primis, le supplenze.
Nel contempo, la cattiva scuola renziana si rivela in tutta la sua gravità di pessima azienda che scimmiotta le imprese private. Potere estremo viene assegnato al preside-padrone, alla Marchionne. Potrà assumere e licenziare, a suo insindacabile giudizio, e attorniarsi dello “staff del 5%”, cioè di una tale percentuale di docenti in ogni scuola che verrà premiata globalmente con 200 milioni non in base ad un presunto merito didattico ma per controllare gli altri docenti e sottometterli alle regole della scuola-azienda e della scuola-quiz. Dopodiché, bontà sua, Renzi non elimina gli scatti di anzianità ma per goderne il docente dovrà superare la valutazione triennale, che dipenderà dal preside e dallo staff dei “mentor” giudicanti. La scuola renziana regala poi altri soldi alle private, che oltre ai finanziamenti diretti godranno anche dello sgravio fiscale alle famiglie che le sceglieranno, fino a 400 euro annui. Infine, gli studenti dovranno stipulare contratti di apprendistato in azienda per un numero di ore ancora più spropositato che nei progetti iniziali: almeno 400 ore nel triennio finale dei tecnici e professionali e almeno 200 in quello dei licei; e, come se non bastasse, all’esame di maturità sarà presente anche il “tutor aziendale”. In quanto agli ATA, poi, nella cattiva scuola di Renzi semplicemente non esistono. Manco una riga è dedicata a loro: il che non significa lo “status quo” ma il probabilissimo peggioramento delle loro condizioni.
Insomma, di schifezze ce ne sono a iosa per invitare i lavoratori/trici dell’istruzione, a reagire con forza contro questa inaccettabile legge, da cui va imposto con la lotta (“in primis” da parte dei precari) lo stralcio di un decreto che garantisca l’assunzione certa da settembre almeno dei 150 mila promessi dal Grande Mentitore. A tal fine, in coincidenza con l’annuale e nefasto rito dei quiz Invalsi (che in futuro si chiamerà Ipav), convochiamo per il 5 e 6 maggio (infanzia ed elementari, ognuno/a scegliendo uno dei due giorni in cui meglio può boicottare i quiz) e per il 12 maggio (medie e superiori) lo sciopero generale della scuola per l’intera giornata. Si svolgeranno manifestazioni provinciali, che il 12 maggio avverranno unitamente agli studenti.
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