Il 18 ottobre la scuola si mobilita, insieme a tutto il lavoro dipendente, con uno sciopero dell’intera giornata e manifestazione nazionale a Roma indetti dai Cobas e da altri sindacati conflittuali. La distruttiva austerity, imposta all’Italia negli ultimi sei anni e che il governo Letta prosegue, può essere battuta solo da una grande rivolta popolare e da una mobilitazione di massa permanente. Come è dimostrato dalla vicenda degli insegnanti “inidonei” che , grazie a più di due anni di mobilitazione continua e decisa, hanno fatto abrogare la loro “deportazione” dai ruoli docenti, conservando il posto di lavoro e impedendo il licenziamento dei precari Ata.
Scioperiamo per massicci investimenti nella scuola pubblica bene comune; un aumento di 300 euro mensili netti per docenti ed ATA, che hanno perso negli ultimi anni il 30% del loro salario, e la restituzione degli scatti di anzianità, che il governo Letta ha bloccato anche per il 2013 e 2014, con l’intenzione di eliminarli del tutto. Diciamo NO alla scuola-quiz e al Sistema nazionale di (S)valutazione. Vogliamo la cancellazione dell’art.16 del decreto legge Carrozza, secondo il quale gli insegnanti, i cui studenti non abbiano risposto a dovere agli assurdi indovinelli Invalsi, dovrebbero andare a ripetizione dagli Invalsiani stessi, che nulla sanno di didattica: un articolo che impone l’addestramento coatto ai quiz, dimostrando come il governo voglia usare i quiz Invalsi per giudicare scuole, docenti e studenti.
Siamo contro i BES (“bisogni educativi speciali”), penoso espediente per eliminare progressivamente il sostegno agli studenti diversamente abili; contro l’aumento d’orario e la distruzione delle pensioni, con particolare riferimento all’allucinante vicenda dei “quota 96”, docenti ed ATA che, a pochi passi dalla pensione, si sono visti allungare fino a sette anni la permanenza sul posto di lavoro e ai quali va restituito subito il diritto al pensionamento.
Vogliamo l’assunzione di tutti i precari (docenti ed ATA) su tutti i posti vacanti e disponibili; la cancellazione – per completare la vittoria degli “inidonei”- dal decreto Carrozza anche della assurda possibilità di essere deportati in altre amministrazioni pubbliche; il rispetto dell’obbligatorietà della materia alternativa alla religione cattolica che, se applicata in tutte le scuole, creerebbe migliaia di nuove cattedre; la piena regolarizzazione del lavoro dei “modelli viventi”; la democrazia sindacale per tutti/e, contro il monopolio dei sindacati di Stato.
La scuola, con gli altri/e lavoratori/trici in lotta, manifesterà a Roma da P. della Repubblica (ore 10.00) a P. S. Giovanni.
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