Assedio al cantiere tav: obiettivo riuscito. 3 luglio, ora e sempre nella valle che resiste una grandiosa giornata di lotta

4 Luglio 2011

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Alla mattina del 3 luglio un popolo di cinquantamila persone scendeva in corteo – con i 23 sindaci No Tav – dal forte di Exilles alla centrale elettrica di Chiomonte, dove centinaia di poliziotti in assetto di guerra bloccavano l’accesso alla Maddalena, cioè al cantiere imposto con la violenza distruggendo il Presidio Notav di Clarea.

Ma i valligiani ben conoscono i loro sentieri e la lezione partigiana. Sul versante opposto alcune migliaia di manifestanti, valsusini, militanti di movimenti venuti da tutta Italia, anche da Spagna e Francia, operai e studenti (ma quali Black-block… quelli inventati da mass media ?!) mettevano in atto l’annunciato assedio del cantiere: da una parte salivano da Giaglione, liberavano il presidio Clarea superando le recinzioni e la militarizzazione dell’area, mettevano l’assedio al cantiere mentre un’altra parte scendeva dalla montagna di Ramat e assediava il cantiere su altri lati.

Da che parte è la violenza ? Centinaia di candelotti lacrimogeni con gas criminali sono stati sparati mirando ad altezza d’uomo ferendo gravemente in testa e all’inguine. Altri feriti ricoverati riportano traumi lacero-contusi al capo, setto nasale fratturato e mani spaccate. I ragazzi fermati sono stati poi picchiati anche con tubi di ferro, mentre posti di blocco delle “forze dell’ordine” hanno più volte tentato di impedire il passaggio dell’ambulanza per soccorrere i feriti.

Anche sul corteo giunto alla centrale elettrica sono piovuti lacrimogeni, e non solo sparati in aria per far desistere dal primo riuscito sfondamento della griglia di separazione, ma mirati poi al gruppo fotografi che stava riprendendo più in alto e addirittura all’altro lato del fiume dove c’erano famiglie con i bambini.

La violenza vera è la devastazione che si vuole perpetrare sulla Valle e sulla sua economia e sulla salute dei valligiani, complice l’Unione Europea (l’Europa dei banchieri e dei padroni, non certo quella che speravano i lavoratori) a fini di colossale business profitto in odore di mafia, perché questo solo è l’Alta Velocità, opera che già si rivela inutile e tanto più tra vent’anni si rivelerà superata.

La servile disinformazione mediatica, fatta di menzogna e di montatura di immagini strumentalizzate- non riuscirà a dividere il popolo della valle ed il movimento Notav. E’ da dieci anni che ce la menano con questa divisione tra buoni e cattivi, ma il composito popolo Notav sta sempre asserragliato insieme.

I Cobas sono a fianco e dentro la resistenza della Valle, sono orgogliosi di far parte del movimento Notav e continueremo a batterci per l’autodeterminazione di ogni popolazione nelle lotte per il “Bene Comune”.

 

4 luglio 2011 Confederazione Cobas


 

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