PROMEMORIA sulla illegittimità delle prove INVALSI
Tutti i dirigenti scolastici sembrano propensi a imporre come obbligatoria la somministrazione delle prove, che invece per i docenti non lo è e presenta vari aspetti di illegittimità.
Per invitare le scuole alla somministrazione delle prove INVALSI, quest’anno il Ministero non si è scomodato nemmeno a fare una circolare, se la cava con una semplice Nota. Con la Nota 30 dicembre 2010, Prot. N. 3813 si afferma ancora una volta il principio della collaborazione degli insegnanti in tutte le diverse fasi della procedura secondo le modalità che saranno successivamente comunicate dall’INVALSI.
Si specifica che l’art.3, comma 1, lettera b, della legge 28 marzo 2003, n.53 assegna all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione (INVALSI) il compito di effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze ed abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche.
In realtà in tale provvedimento, che è legge, si desume la obbligatorietà della somministrazione della detta prova da parte delle scuole, però il discorso è diverso per quanto concerne il personale in servizio. Non è scritto da nessuna parte che i Docenti siano tenuti obbligatoriamente a somministrare le prove: il contratto nazionale di lavoro non prevede alcun obbligo di questo tipo per gli insegnanti, né tra gli obblighi di servizio, né nella funzione docente.
Indicazioni di qualunque tipo sulla materia in oggetto non possono avere alcun carattere imperativo per il personale docente il quale non è tenuto (vedasi anche l’articolo 33 della Costituzione della Repubblica Italiana sulla libertà di insegnamento) in alcun modo a partecipare direttamente alla somministrazione delle prove INVALSI, né a collaborare all’eventuale organizzazione delle stesse, se non le condivide: ciascun docente ha facoltà, nelle proprie ore di lezione, di decidere quali attività debbano essere svolte (sulla base del POF d’Istituto e della programmazione annuale e settimanale) senza che chicchessia possa imporre altre attività prive dell’adesione degli insegnanti dell’Istituto, poiché l’impostazione della didattica e dei criteri di valutazione è nella esclusiva competenza del Collegio dei Docenti.
Se ne deduce che il Dirigente scolastico non ha alcuna facoltà o potere di aderire autonomamente alle prove Invalsi, poiché tale decisione sarebbe illegittima, secondo la normativa vigente e, tanto più sarebbe illegittima se il Collegio dei Docenti delibera la non adesione alle prove Invalsi.
Inoltre, si ricorda che la sentenza della Cassazione n. 23031 del 2 novembre 2007 ha sancito, in modo definitivo, che una circolare (e una Nota dovrebbe aver anche meno valore di una circolare!) ha natura di atto meramente interno della pubblica amministrazione, esprime esclusivamente un parere e non vincola addirittura nemmeno la stessa autorità che l’ha emanata e ribadisce che ogni circolare per la sua natura e per il suo contenuto (di mera interpretazione di una norma di legge), non può aver riconosciuta alcuna efficacia normativa esterna, né può essere annoverata fra gli atti generali di imposizione, in quanto non può contenere disposizioni derogative di norme di legge, né essere considerata alla stregua di norma regolamentare vera e propria. Inoltre, la sentenza prevede che la circolare nemmeno vincoli gli uffici gerarchicamente sotto-ordinati, ai quali non è vietato disattenderla, tanto è vero che il provvedimento concreto adottato dall’ufficio, disattendendo alla circolare, non può essere ritenuto illegittimo “per violazione della circolare”: anzi, se la interpretazione contenuta nella circolare è errata, l’atto emanato sarà legittimo perché conforme alla legge.
A parte la valutazione negativa della metodologia didattica sottesa alle prove INVALSI, dobbiamo contestare anche i metodi con cui queste prove vengono imposte.
È importantissimo cercare di frenare questi continui tentativi di svalutazione dell’organizzazione della didattica che finora sono sempre state prerogative esclusive dei Collegi dei Docenti!
Se non ci opponiamo subito a questi tentativi rischieremo davvero l’ingerenza piena e totale pure sull’ultima libertà che ci è rimasta come docenti, la libertà di insegnamento.
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